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Autostrade per l’Italia sanzionata per 420.000 euro: uso illecito di dati privati per fini disciplinari

8 lug 2025

Con il provvedimento n. 288 del 21 maggio 2025, il Garante per la protezione dei dati personali ha inflitto una sanzione di 420.000 euro ad Autostrade per l’Italia S.p.A. per aver trattato illecitamente dati personali di una dipendente, utilizzandoli per giustificare due contestazioni disciplinari culminate nel licenziamento.

La vicenda prende avvio da un reclamo presentato dalla lavoratrice, che ha denunciato l’uso, da parte dell’azienda, di screenshot provenienti da Facebook, Messenger e WhatsApp, contenenti conversazioni private e commenti personali. Tali contenuti erano stati trasmessi alla Direzione da colleghi e terzi, ma erano originariamente pubblicati in ambienti digitali chiusi o inviati tramite chat private.

Il Garante ha rilevato che:

  • l’azienda ha utilizzato informazioni personali raccolte in modo indiretto senza effettuare un’adeguata valutazione di bilanciamento tra interessi aziendali e diritti della persona (il cosiddetto test di bilanciamento);
  • l’utilizzo di comunicazioni avvenute su piattaforme private e di opinioni espresse in contesti non lavorativi ha violato i principi di liceità, minimizzazione e finalità del GDPR;
  • anche i messaggi condivisi tramite social network o app di messaggistica rientrano nella sfera della corrispondenza privata, tutelata dall’art. 15 della Costituzione e dalle normative europee.

Il fatto che le informazioni siano “pervenute” all’azienda non giustifica il loro utilizzo, ha precisato l’Autorità. La pubblicazione di contenuti su profili social non ne rende automaticamente lecito il trattamento per scopi disciplinari, specialmente in mancanza di pertinenza rispetto all’idoneità professionale.

Inoltre, il Garante ha escluso che la policy aziendale sui social media possa costituire una base giuridica valida per trattamenti tanto invasivi, sottolineando l’inapplicabilità di presunti consensi impliciti o generici.

Conclusione: Il caso rappresenta un importante richiamo per tutte le aziende a non utilizzare dati personali reperiti da canali digitali senza un’attenta valutazione giuridica e proporzionale, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori.

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