
Il contributo esamina gli sviluppi normativi e giurisprudenziali riguardanti il Modello 231, evidenziando gli elementi cardine per la sua efficacia e il ruolo centrale nella governance aziendale contemporanea, non solo per la tutela legale ma anche per la protezione della reputazione e della solidità economica dell’impresa.
1. Il significato del Modello 231
Il Decreto Legislativo 231/2001 ha segnato una svolta nel diritto penale d’impresa: anche gli enti collettivi possono essere chiamati a rispondere per reati commessi nel loro interesse o vantaggio.
In questo contesto il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) assume il ruolo di strumento di prevenzione: non un adempimento meramente formale, ma un presidio che consente all’azienda di dimostrare di avere adottato misure idonee a ridurre il rischio di illeciti.
Il legislatore, tuttavia, non ha mai fornito una descrizione dettagliata del Modello, lasciando ampio spazio all’interpretazione e all’adattamento alle diverse realtà aziendali. Da qui l’importanza della giurisprudenza, che negli ultimi anni ha chiarito i tratti essenziali di un MOG efficace.
2. L’apporto della giurisprudenza recente
Le decisioni più recenti – tra cui la Cassazione del 4 febbraio 2025 e la sentenza del Tribunale di Milano del 25 gennaio 2024 – ribadiscono un principio fondamentale: non basta avere un Modello “sulla carta”.
Affinché l’ente possa invocare l’esimente prevista dalla legge, occorre che il MOG:
- sia concreto e operativo, non un mero documento formale;
- includa una mappatura completa dei rischi-reato;
- preveda un sistema di controlli effettivi, documentati e verificabili;
- sia supportato da un Organismo di Vigilanza indipendente e dotato di risorse adeguate.
In assenza di tali requisiti, il Modello viene giudicato inefficace e l’ente non può andare esente da responsabilità.
3. Struttura del Modello: Parte Generale e Parte Speciale
Dalla prassi applicativa e dalla giurisprudenza si è consolidata una struttura “a due livelli”:
Parte Generale: contiene i principi guida, il Codice Etico, le regole di funzionamento del sistema 231, la disciplina dei flussi informativi, le procedure di formazione e aggiornamento, il sistema sanzionatorio e i canali di whistleblowing.
Un elemento essenziale è l’Organismo di Vigilanza (OdV), che deve essere autonomo, professionale e continuativamente attivo.
Parte Speciale: individua le attività sensibili e i processi a rischio, definisce i protocolli di comportamento e le procedure di controllo.
La costruzione parte da una risk assessment approfondita, con analisi delle aree esposte, dei ruoli coinvolti e delle modalità con cui un illecito potrebbe verificarsi. I protocolli devono essere specifici, dinamici e capaci di adattarsi all’evoluzione organizzativa.
4. Il ruolo dell’Organismo di Vigilanza
L’OdV è il cuore operativo del sistema: vigila sulla corretta attuazione del Modello, propone aggiornamenti, riceve le segnalazioni, monitora i controlli. La sua efficacia dipende da alcuni fattori chiave:
- indipendenza dagli organi gestionali,
- continuità di azione,
- poteri ispettivi reali,
- budget adeguato a svolgere le proprie attività.
La Cassazione ha sottolineato che un OdV privo di risorse non può garantire un controllo effettivo, rendendo il Modello inidoneo.
5. Le sfide attuali: management override e cultura aziendale
Un rischio critico è rappresentato dal management override, ossia l’aggiramento dei controlli da parte del top management. Si tratta di un fenomeno insidioso che può compromettere qualsiasi sistema di prevenzione.
Per contrastarlo è necessario:
- un OdV forte e indipendente;
- un sistema sanzionatorio chiaro e applicato anche ai vertici;
- canali di whistleblowing sicuri e protetti;
- lo sviluppo di una vera cultura etica aziendale, che valorizzi trasparenza e accountability;
- strumenti tecnologici, come l’analisi dei dati, utili a intercettare comportamenti anomali.
6. Considerazioni finali
Il Modello 231 è uno strumento elastico: la sua efficacia non dipende tanto dalla natura delle attività svolte dall’ente, quanto dalla capacità di mappare, prevenire e gestire i rischi.
Le linee guida giurisprudenziali non devono essere viste come un vincolo rigido, ma come un orientamento utile per costruire un Modello robusto, dinamico e realmente funzionale.
In sintesi, un MOG adeguato non è solo un presidio legale: è parte integrante della governance aziendale moderna, essenziale per proteggere l’impresa non solo da responsabilità penali, ma anche da rischi reputazionali ed economici.