504 AERIAL

L’idoneità del Modello 231: principi, giurisprudenza e prospettive operative

15 set 2025

Il contributo esamina gli sviluppi normativi e giurisprudenziali riguardanti il Modello 231, evidenziando gli elementi cardine per la sua efficacia e il ruolo centrale nella governance aziendale contemporanea, non solo per la tutela legale ma anche per la protezione della reputazione e della solidità economica dell’impresa.

1. Il significato del Modello 231

Il Decreto Legislativo 231/2001 ha segnato una svolta nel diritto penale d’impresa: anche gli enti collettivi possono essere chiamati a rispondere per reati commessi nel loro interesse o vantaggio.

In questo contesto il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) assume il ruolo di strumento di prevenzione: non un adempimento meramente formale, ma un presidio che consente all’azienda di dimostrare di avere adottato misure idonee a ridurre il rischio di illeciti.

Il legislatore, tuttavia, non ha mai fornito una descrizione dettagliata del Modello, lasciando ampio spazio all’interpretazione e all’adattamento alle diverse realtà aziendali. Da qui l’importanza della giurisprudenza, che negli ultimi anni ha chiarito i tratti essenziali di un MOG efficace.

2. L’apporto della giurisprudenza recente

Le decisioni più recenti – tra cui la Cassazione del 4 febbraio 2025 e la sentenza del Tribunale di Milano del 25 gennaio 2024 – ribadiscono un principio fondamentale: non basta avere un Modello “sulla carta”. 

Affinché l’ente possa invocare l’esimente prevista dalla legge, occorre che il MOG:

  • sia concreto e operativo, non un mero documento formale;
  • includa una mappatura completa dei rischi-reato;
  • preveda un sistema di controlli effettivi, documentati e verificabili;
  • sia supportato da un Organismo di Vigilanza indipendente e dotato di risorse adeguate.

In assenza di tali requisiti, il Modello viene giudicato inefficace e l’ente non può andare esente da responsabilità.

3. Struttura del Modello: Parte Generale e Parte Speciale

Dalla prassi applicativa e dalla giurisprudenza si è consolidata una struttura “a due livelli”:

  • Parte Generale: contiene i principi guida, il Codice Etico, le regole di funzionamento del sistema 231, la disciplina dei flussi informativi, le procedure di formazione e aggiornamento, il sistema sanzionatorio e i canali di whistleblowing. 

    Un elemento essenziale è l’Organismo di Vigilanza (OdV), che deve essere autonomo, professionale e continuativamente attivo.

  • Parte Speciale: individua le attività sensibili e i processi a rischio, definisce i protocolli di comportamento e le procedure di controllo. 

    La costruzione parte da una risk assessment approfondita, con analisi delle aree esposte, dei ruoli coinvolti e delle modalità con cui un illecito potrebbe verificarsi. I protocolli devono essere specifici, dinamici e capaci di adattarsi all’evoluzione organizzativa.

4. Il ruolo dell’Organismo di Vigilanza

L’OdV è il cuore operativo del sistema: vigila sulla corretta attuazione del Modello, propone aggiornamenti, riceve le segnalazioni, monitora i controlli. La sua efficacia dipende da alcuni fattori chiave:

  • indipendenza dagli organi gestionali,
  • continuità di azione,
  • poteri ispettivi reali,
  • budget adeguato a svolgere le proprie attività.

La Cassazione ha sottolineato che un OdV privo di risorse non può garantire un controllo effettivo, rendendo il Modello inidoneo.

5. Le sfide attuali: management override e cultura aziendale

Un rischio critico è rappresentato dal management override, ossia l’aggiramento dei controlli da parte del top management. Si tratta di un fenomeno insidioso che può compromettere qualsiasi sistema di prevenzione.

Per contrastarlo è necessario:

  • un OdV forte e indipendente;
  • un sistema sanzionatorio chiaro e applicato anche ai vertici;
  • canali di whistleblowing sicuri e protetti;
  • lo sviluppo di una vera cultura etica aziendale, che valorizzi trasparenza e accountability;
  • strumenti tecnologici, come l’analisi dei dati, utili a intercettare comportamenti anomali.

6. Considerazioni finali

Il Modello 231 è uno strumento elastico: la sua efficacia non dipende tanto dalla natura delle attività svolte dall’ente, quanto dalla capacità di mappare, prevenire e gestire i rischi.

Le linee guida giurisprudenziali non devono essere viste come un vincolo rigido, ma come un orientamento utile per costruire un Modello robusto, dinamico e realmente funzionale.

In sintesi, un MOG adeguato non è solo un presidio legale: è parte integrante della governance aziendale moderna, essenziale per proteggere l’impresa non solo da responsabilità penali,  ma anche da rischi reputazionali ed economici.

Inbox insights
Ricevi tutte le ultime novità da Baker Tilly direttamente nella tua casella di posta.
Trova un ufficio
I nostri uffici