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Quando la sostenibilità entra nel Consiglio di Amministrazione

12 mag 2025

Oggi la sostenibilità è diventata un tema centrale anche per i Consigli di Amministrazione. Un CdA informato e attento ai criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) può fare scelte strategiche più solide, affrontare le sfide attuali e prepararsi meglio a quelle future.

L’obiettivo per un management realmente lungimirante è andare oltre la semplice consapevolezza, arrivando a integrare i temi ESG nelle attività di supervisione e nelle decisioni operative, prevenendo così i rischi legati a una mancata considerazione di questi aspetti, anche in assenza di vincoli normativi.

Perché le aziende puntano sulla sostenibilità?

La sostenibilità aziendale, o “Corporate Sustainability”, riguarda il modo in cui un’impresa gestisce le tematiche ambientali, sociali e di governance per creare un impatto positivo, ridurre i rischi e generare valore nel lungo periodo.

Le motivazioni che spingono un’azienda a impegnarsi sul fronte ESG sono molteplici:

  • Convenienza economica: essere sostenibili conviene nel lungo termine;
  • Spinta etica: è semplicemente la cosa giusta da fare;
  • Obblighi normativi e reputazionali: rispondere a richieste del legislatore e della collettività;
  • Pressione degli stakeholder: clienti, investitori e altri attori lo richiedono.

A prescindere dalle motivazioni, i benefici sono chiari: si stimola la crescita, si migliora la produttività, si gestiscono meglio i rischi, si crea valore duraturo e si risponde alle aspettative di mercato.

Come integrare la sostenibilità nel CdA?

Il CdA deve porsi una domanda chiave: come possiamo strutturarci per gestire al meglio i temi ESG? Le modalità possibili variano in base alla maturità e alla complessità dell’organizzazione:

  1. Integrazione totale: tutti i membri del consiglio si occupano direttamente di sostenibilità. Richiede competenze diffuse e una guida capace di integrare questi temi nel dibattito strategico.
  2. Comitato ESG dedicato: un gruppo specifico prepara le decisioni in materia. Il rischio? Il resto del CdA potrebbe disinteressarsi, lasciando il tema "in delega".
  3. Assegnazione a comitati esistenti: più facile da attuare, ma con il pericolo di una visione frammentata e parziale del tema.
  4. Figura di riferimento (Board Champion): una persona incaricata di mantenere alta l’attenzione del consiglio sugli aspetti ESG e di fare da collegamento con i team operativi.

Indipendentemente dalla struttura, l’efficacia dipende dalle attitudini personali dei membri del board. Comprendere le loro mentalità aiuta ad avviare un dialogo costruttivo. I profili più comuni sono:

  • Negazionista: considera la sostenibilità una moda passeggera.
  • Ostinato: ne riconosce il valore ma ne limita l’importanza al breve termine.
  • Superficiale: si preoccupa dell’immagine più che della sostanza.
  • Compiacente: si accontenta dei risultati ottenuti, senza cercare nuovi traguardi.
  • Convinto: vede la sostenibilità come una leva per trasformare l’azienda.

Tuttavia, anche i dirigenti più motivati possono trovarsi in difficoltà senza le giuste competenze. Per una governance efficace in ottica ESG, è fondamentale formarsi su:

  • norme e regolamenti di settore;
  • modalità di coinvolgimento degli stakeholder;
  • connessione tra strategia aziendale e obiettivi ESG;
  • allineamento tra purpose aziendale e sostenibilità.

Le quattro mentalità collettive del CdA

Analizzando l’atteggiamento complessivo del consiglio verso la sostenibilità, possiamo individuare quattro “mindset”:

  1. Compliance: fare il minimo per rispettare la legge, senza una vera strategia.
  2. Gestione del rischio ESG: visione della sostenibilità come parte della gestione del rischio.
  3. Valore tradizionale: si cerca valore ma senza spingere sull’innovazione sostenibile.
  4. Crescita ESG: la sostenibilità è vista come motore di sviluppo e innovazione.

Conclusione

La crescente attenzione alla sostenibilità richiede che obiettivi e strategie del CdA siano coerenti con questa nuova realtà. Tuttavia, permane una distanza tra consapevolezza, ambizione e reale capacità di agire. La chiave sta nell’adottare modelli coerenti con la maturità aziendale e nel comprendere (e valorizzare) le attitudini di chi guida l’organizzazione. Perché la sostenibilità, quando è parte integrante del pensiero strategico, può davvero trasformare l’impresa.

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